La radiologia domiciliare deve essere pensata come valida alternativa al servizio ospedaliero soltanto per gli esami per i quali la tecnologia portatile sia in grado di garantire adeguati livelli qualitativi e di sicurezza e per i casi in cui le condizioni cliniche della persona rendono meno gravoso effettuare l’esame a domicilio piuttosto che in ospedale.
Essendoci una richiesta crescente, e ormai ineludibile, di esami radiologici da parte dei medici di famiglia e specialisti per giungere ad una diagnosi differenziata e nel minor tempo possibile, non si può più considerare un esame radiografico qualcosa di opzionale e meno rilevante rispetto a farmaci, presidi ed ausili ma deve essere, a tutti gli effetti, parte integrante e strutturale del percorso sociosanitario garantito al cittadino e ai suoi familiari.
Da ciò l’obbligo di considerare la Radiologia Domiciliare come parte integrante del percorso assistenziale, non è accettabile infatti curare la fase acuta della malattia, lasciando poi alle possibilità dei singoli l’assistenza successiva, una volta dimessi dall’ospedale.
Il progetto di Radiologia Domiciliare è destinato a tutto il territorio in considerazione che si rivolge a persone allettate e non deambulanti ma soprattutto alle aree non urbane – ivi comprese le zone collinari o montuose ove sono scarsamente rappresentate alcune componenti professionali e dove risultano difficilmente applicabili modelli ad elevata integrazione strutturale con valorizzazione delle potenzialità di strumenti quali la telemedicina e l’informatica medica e in collaborazione con la continuità assistenziale, stante la frequenza lontana dai centri di primo soccorso e di emergenza.